Il diabete e l’osteoporosi?
Due malattie correlate?
Sì, è così.
E’ questo ciò che ha affermato un’equipe di studiosi della Columbia University, guidata dal direttore del Department of Genetics and Development, Gerard Karsenty: diabete e osteoporosi, nonostante siano malattie apparentemente diverse, potrebbero essere da un lato estremamente interdipendenti.
Il tutto perché lo scheletro assume un ruolo fondamentale nella regolazione degli zuccheri nel sangue, durante la crescita e rigenerazione delle ossa in maniera normale, visto che l’osteocalcina, un ormone fondamentale nello sviluppo osseo, attivo insieme agli osteoblasti, dopo la distruzione ossea da parte degli osteoclasti, incita la produzione dell’insulina nel pancreas e quindi l’assorbimento di glucosio.
Questa scoperta apre delle prospettive positive nella cura del diabete, poiché i ricercatori hanno ipotizzato che attraverso l’osteocalcina si potrebbe favorire il metabolismo e controllare la produzione degli zuccheri.
Produzione che è monitorata dall’azione di due ormoni antagonisti: l’insulina e il glucagone, che permettono il mantenimento di un livello di zuccheri adeguato nel sangue, per la sopravvivenza dell’organismo e delle cellule nervose.
Per quanto riguarda l’osteoporosi gli studiosi hanno dichiarato che i farmaci adatti per la cura di questa malattia delle ossa, potrebbero favorire il diabete e quindi la non attivazione dell’osteocalcina, che opera soltanto dopo l’azione degli osteoclasti, cellule che distruggono le ossa e ne favoriscono la rigenerazione.
Si dovrebbero perciò ipotizzare nuove terapie.
Quindi, come afferma Gerard Karsenty: “Lo scheletro può diventare un nuovo bersaglio”, non solo per la cura dell’osteoporosi e di tutti i problemi che riguardano le ossa, ma anche “nel trattamento del diabete di tipo 2.”
Ulteriori informazioni: Rivista Cell
lunedì 26 luglio 2010
lunedì 5 luglio 2010
Brancher si dimette
Ha annunciato oggi le proprie dimissioni presso il Tribunale di Milano, il Ministro, Aldo Brancher.
Il motivo?
Le troppe polemiche e la possibile presentazione di una mozione di sfiducia da parte del Pd e dell’Idv.
Mozione di sfiducia che sarebbe dovuta essere presentata questo giovedì e avrebbe potuto creare problemi all’interno della maggioranza.
Nominato dal Presidente della Repubblica lo scorso 18 giugno come Ministro senza Portafoglio, Aldo Brancher è stato incaricato, in seguito, Ministro del Federalismo e del Decentramento, ma il suo mandato è stato breve, poiché ci sono stati immediatamente degli scontri con l’opposizione.
Il Pd e l’Italia dei Valori accusarono Brancher di essere stato nominato strumentalmente, poiché attraverso questa nomina egli avrebbe potuto crearsi “uno scudo dai processi”, ossia rinviare i processi in cui era coinvolto, legati alla Banca Antonveneta.
Brancher, accusato di appropriazione indebita e ricettazione, difatti avrebbe potuto ricorrere al legittimo impedimento, ma il Presidente del Consiglio aveva esplicitato il perché della sua nomina, affermando che Brancher sarebbe stato un valido sostegno al Governo per la messa in atto di un “Federalismo giusto” e per favorire la modernizzazione del paese.
Silvio Berlusconi, appena sapute le dimissioni di Brancher, ha dichiarato in una nota: “Ho condiviso con Aldo Brancher la decisione di dimettersi da Ministro.
Conosco e apprezzo ormai da molti anni l’on. Brancher e so con quanta passione e capacità avrebbe potuto ricoprire il ruolo che gli era stato affidato.
La volontà di evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste e strumentali dimostra ancora una volta la sua volontà di operare esclusivamente per il bene del Paese e non già per interessi personali.
Sono certo che superato questo momento l’on. Brancher potrà, come sempre, offrire il suo fattivo contributo all’operato del Governo e alla coalizione”.
Brancher ha affermato di aver deciso di dimettersi per difendere la propria innocenza e ha dichiarato alla stampa: “Pensavo di dover privilegiare per un breve periodo gli obblighi verso il mio Paese, ma siccome questa scelta è stata indebitamente strumentalizzata ho fatto diverse scelte: prima di tutto nel rispetto della mia famiglia e poi anche perché finiscano le strumentalizzazioni e speculazioni.”
Il motivo?
Le troppe polemiche e la possibile presentazione di una mozione di sfiducia da parte del Pd e dell’Idv.
Mozione di sfiducia che sarebbe dovuta essere presentata questo giovedì e avrebbe potuto creare problemi all’interno della maggioranza.
Nominato dal Presidente della Repubblica lo scorso 18 giugno come Ministro senza Portafoglio, Aldo Brancher è stato incaricato, in seguito, Ministro del Federalismo e del Decentramento, ma il suo mandato è stato breve, poiché ci sono stati immediatamente degli scontri con l’opposizione.
Il Pd e l’Italia dei Valori accusarono Brancher di essere stato nominato strumentalmente, poiché attraverso questa nomina egli avrebbe potuto crearsi “uno scudo dai processi”, ossia rinviare i processi in cui era coinvolto, legati alla Banca Antonveneta.
Brancher, accusato di appropriazione indebita e ricettazione, difatti avrebbe potuto ricorrere al legittimo impedimento, ma il Presidente del Consiglio aveva esplicitato il perché della sua nomina, affermando che Brancher sarebbe stato un valido sostegno al Governo per la messa in atto di un “Federalismo giusto” e per favorire la modernizzazione del paese.
Silvio Berlusconi, appena sapute le dimissioni di Brancher, ha dichiarato in una nota: “Ho condiviso con Aldo Brancher la decisione di dimettersi da Ministro.
Conosco e apprezzo ormai da molti anni l’on. Brancher e so con quanta passione e capacità avrebbe potuto ricoprire il ruolo che gli era stato affidato.
La volontà di evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste e strumentali dimostra ancora una volta la sua volontà di operare esclusivamente per il bene del Paese e non già per interessi personali.
Sono certo che superato questo momento l’on. Brancher potrà, come sempre, offrire il suo fattivo contributo all’operato del Governo e alla coalizione”.
Brancher ha affermato di aver deciso di dimettersi per difendere la propria innocenza e ha dichiarato alla stampa: “Pensavo di dover privilegiare per un breve periodo gli obblighi verso il mio Paese, ma siccome questa scelta è stata indebitamente strumentalizzata ho fatto diverse scelte: prima di tutto nel rispetto della mia famiglia e poi anche perché finiscano le strumentalizzazioni e speculazioni.”
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