È successo ad Andrew Cheatle, un inglese di 45 anni: il suo cellulare è stato ritrovato all'interno di un merluzzo di 11 kg.
Sembra una storia inventata quella di Andrew Cheatle, ma è successo proprio così: il suo cellulare, come ha dichiarato l'uomo al giornale The Sun, è stato ritrovato all'interno della pancia di un pesce da un pescatore del West Sussex, Glen Kerley, il quale non ha esitato a togliere la scheda dal medesimo e a fare delle telefonate.
Il pescatore ha spiegato alla stampa di aver deciso di agire immediatamente per ritrovare il proprietario, perché sapeva cosa significava perdere un cellulare e che poteva essere importante farglielo riavere.
E così è stato: Andrew, che stava per ricomprare un nuovo mobile phone si è visto, incredulo, riconsegnare il proprio, un nokia, che aveva perso in mare, mentre stava giocando con il proprio cane, una settimana prima.
Un cellulare che è stato ritrovato ancora funzionante, dopo essere rimasto circa 7 giorni all'interno di un merluzzo di 11 kg.
Andrew ha dichiarato al The Sun: "It was a bit smelly but I was glad to return it", ossia che il suo telefono era un po' puzzolente, ma che nonostante tutto era felice fosse ritornato a lui.
Il pescatore, invece, ha aggiunto che non era la prima volta che trovava qualcosa di bizzarro all'interno della pancia di un pesce, perché i merluzzi sono pesci ghiotti, mangiano di tutto: "I’ve found plastic cups, stones, teaspoons, batteries and I’ve also heard of someone finding false teeth in one."
"Mi è capitato di trovare coppe di plastica, pietre, cucchiai, pile e ho anche sentito che qualcuno ha detto di aver trovato una dentiera."
Foto (© The Sun): Glen Kerley e Andrew Cheatle.
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sabato 28 febbraio 2009
giovedì 26 febbraio 2009
Centrali nucleari in Italia: il no di alcune regioni
22 anni dopo il referendum contro l'energia atomica, in Italia ritornerà il nucleare.
Il Premier Silvio Berlusconi difatti ha firmato un accordo con il Presidente francese Nicolas Sarkozy questo 24 febbraio, ma partono anche le polemiche.
Sono quattro le centrali nucleari che saranno previste in Italia, dopo il patto stipulato questo 24 febbraio tra Berlusconi e Sarkozy.
Secondo quanto risulta dalle decisioni prese dal governo, il tutto seguirà un protocollo: il Ministro dell'Interno, Claudio Scajola, nominerà una commissione di "saggi" in grado di individuare i luoghi in cui potranno essere situati gli impianti nucleari di tecnologia francese, cercando di localizzare zone poco sismiche, non densamente popolate e vicino ai bacini d'acqua.
Le zone candidate alla centrale nucleare sono quindi sempre le stesse. Zone dove già c'erano o erano previste centrali nucleari negli anni '70.
Claudio Scajola ha dichiarato alla stampa che per costruire una centrale nucleare ci vorranno all'incirca 5 anni e che perciò la prima centrale potrebbe essere già pronta con la fine di questa legislatura, ossia nel 2013.
Inoltre ha affermato che gli esperti hanno già ipotizzato 34 siti nazionali dove potrebbero essere ubicate le 4 centrali nucleari.
Alcuni di questi sono già noti perché già sedi di centrali nucleari chiuse nel 1987: Trino Vercellese, Caorso (Piacenza), Montalto di Castro (Viterbo), Garigliano (Caserta) e Latina.
Tuttavia partono le polemiche e arriva il no di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, di Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, di Piero Marrazzo, governatore del Lazio, di Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, di Fabio Callori, sindaco di Caorso, di Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria, e di Michl Laimer, assessore dell'ambiente e dell'energia in Alto Adige.
Si esprimono con il no anche molti esponenti del Partito Democratico e gli ambientalisti che vorrebbero puntare su energie alternative e che rifiutano il nucleare per quanto riguarda il problema delle scorie e i possibili conflitti locali, che potrebbero crearsi dopo la scelta delle ubicazioni.
Coloro che appoggiano il sì invece puntano sul rendere l'Italia meno dipendente dal petrolio e dalle fonti di energia prodotte da altri paesi, anche se secondo gli ecologisti del Partito Democratico l'Italia dipende dall'estero solo per quanto riguarda il 12,5 per cento dell'energia.
Ogni centrale costerà all'incirca 7 miliardi.
Italianotizie.it
Il Premier Silvio Berlusconi difatti ha firmato un accordo con il Presidente francese Nicolas Sarkozy questo 24 febbraio, ma partono anche le polemiche.
Sono quattro le centrali nucleari che saranno previste in Italia, dopo il patto stipulato questo 24 febbraio tra Berlusconi e Sarkozy.
Secondo quanto risulta dalle decisioni prese dal governo, il tutto seguirà un protocollo: il Ministro dell'Interno, Claudio Scajola, nominerà una commissione di "saggi" in grado di individuare i luoghi in cui potranno essere situati gli impianti nucleari di tecnologia francese, cercando di localizzare zone poco sismiche, non densamente popolate e vicino ai bacini d'acqua.
Le zone candidate alla centrale nucleare sono quindi sempre le stesse. Zone dove già c'erano o erano previste centrali nucleari negli anni '70.
Claudio Scajola ha dichiarato alla stampa che per costruire una centrale nucleare ci vorranno all'incirca 5 anni e che perciò la prima centrale potrebbe essere già pronta con la fine di questa legislatura, ossia nel 2013.
Inoltre ha affermato che gli esperti hanno già ipotizzato 34 siti nazionali dove potrebbero essere ubicate le 4 centrali nucleari.
Alcuni di questi sono già noti perché già sedi di centrali nucleari chiuse nel 1987: Trino Vercellese, Caorso (Piacenza), Montalto di Castro (Viterbo), Garigliano (Caserta) e Latina.
Tuttavia partono le polemiche e arriva il no di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, di Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, di Piero Marrazzo, governatore del Lazio, di Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, di Fabio Callori, sindaco di Caorso, di Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria, e di Michl Laimer, assessore dell'ambiente e dell'energia in Alto Adige.
Si esprimono con il no anche molti esponenti del Partito Democratico e gli ambientalisti che vorrebbero puntare su energie alternative e che rifiutano il nucleare per quanto riguarda il problema delle scorie e i possibili conflitti locali, che potrebbero crearsi dopo la scelta delle ubicazioni.
Coloro che appoggiano il sì invece puntano sul rendere l'Italia meno dipendente dal petrolio e dalle fonti di energia prodotte da altri paesi, anche se secondo gli ecologisti del Partito Democratico l'Italia dipende dall'estero solo per quanto riguarda il 12,5 per cento dell'energia.
Ogni centrale costerà all'incirca 7 miliardi.
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sabato 14 febbraio 2009
Il 14 febbraio è la festa degli innamorati? Non solo, è anche la festa dell'amicizia
14 febbraio è un giorno particolare, che apparentemente esclude dai festeggiamenti una fascia abbastanza ampia della popolazione, ossia la fascia dei single.
Coppiette che si tengono per mano, che si scambiano messaggi d'amore e che decidono di passare una serata a lume di candela.
È questo, secondo gli stereotipi più comuni, S. Valentino, la festa degli innamorati.
Una festa che conosciamo tutti e a cui tutti, nonostante tutto, vorremmo partecipare.
Non solo perché i media ne parlano da giorni, accompagnati in sottofondo dai nostri amici e parenti che ci perseguitano con una domanda ricorrente: "con chi passerai questo S. Valentino?", ma anche perché almeno quest'anno vorremmo essere felicemente o apparentemente innamorati.
Vorremmo non stare lì a piangerci addosso o guardare con invidia o scetticismo le coppiette che ci ballano davanti.
Tuttavia può capitare a tutti di essere single o di avere il cuore spezzato.
Di non voler più vivere dopo una ferita d'amore, che magari si apre proprio il giorno di S. Valentino, proprio quando tutti ci fanno sentire soli e single.
A questo status emotivo, come sappiamo ci si può rispondere in infiniti modi: c'è infatti chi decide di rinchiudersi in casa davanti ad un film strappalacrime, chi decide di uscire con qualche amico o chi decide di far finta di niente.
Comunque sia, di fronte a questi casi, la domanda fondamentale che dobbiamo porci: sappiamo se coloro, che scelgono di stare a casa o di far finta di niente, sanno che il senso comune ha, talvolta, dei limiti?
A questa domanda possiamo rispondere quasi spontaneamente: sì, sì, talvolta il senso comune li ha, perché non solo non si affaccia a guardare oltre l'erba del vicino, ma anche si limita a guardare il tutto secondo un'unica prospettiva.
S. Valentino, difatti, non è soltanto la festa degli innamorati, ma anche la festa dell'amicizia, che viene festeggiata a tutti gli effetti in Finlandia, dove la festa degli innamorati non ha preso il sopravvento.
Quindi nessuno deve sentirsi escluso dal festeggiare, dal spegnere la tv e uscire a divertirsi con qualche amico, anche se è single.
S. Valentino è una festa di tutti e per festeggiarla, senza discriminazioni, non è necessario andare all'estero.
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Coppiette che si tengono per mano, che si scambiano messaggi d'amore e che decidono di passare una serata a lume di candela.
È questo, secondo gli stereotipi più comuni, S. Valentino, la festa degli innamorati.
Una festa che conosciamo tutti e a cui tutti, nonostante tutto, vorremmo partecipare.
Non solo perché i media ne parlano da giorni, accompagnati in sottofondo dai nostri amici e parenti che ci perseguitano con una domanda ricorrente: "con chi passerai questo S. Valentino?", ma anche perché almeno quest'anno vorremmo essere felicemente o apparentemente innamorati.
Vorremmo non stare lì a piangerci addosso o guardare con invidia o scetticismo le coppiette che ci ballano davanti.
Tuttavia può capitare a tutti di essere single o di avere il cuore spezzato.
Di non voler più vivere dopo una ferita d'amore, che magari si apre proprio il giorno di S. Valentino, proprio quando tutti ci fanno sentire soli e single.
A questo status emotivo, come sappiamo ci si può rispondere in infiniti modi: c'è infatti chi decide di rinchiudersi in casa davanti ad un film strappalacrime, chi decide di uscire con qualche amico o chi decide di far finta di niente.
Comunque sia, di fronte a questi casi, la domanda fondamentale che dobbiamo porci: sappiamo se coloro, che scelgono di stare a casa o di far finta di niente, sanno che il senso comune ha, talvolta, dei limiti?
A questa domanda possiamo rispondere quasi spontaneamente: sì, sì, talvolta il senso comune li ha, perché non solo non si affaccia a guardare oltre l'erba del vicino, ma anche si limita a guardare il tutto secondo un'unica prospettiva.
S. Valentino, difatti, non è soltanto la festa degli innamorati, ma anche la festa dell'amicizia, che viene festeggiata a tutti gli effetti in Finlandia, dove la festa degli innamorati non ha preso il sopravvento.
Quindi nessuno deve sentirsi escluso dal festeggiare, dal spegnere la tv e uscire a divertirsi con qualche amico, anche se è single.
S. Valentino è una festa di tutti e per festeggiarla, senza discriminazioni, non è necessario andare all'estero.
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mercoledì 11 febbraio 2009
Caro libri? Useremo gli e-book
Acquistare testi scolastici quasi ogni anno e a prezzi sempre più elevati?
Il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini propone la sua soluzione per fermare l'aumento delle spese.
Il Ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha annunciato, in questi giorni, le misure ministeriali che verranno prese per affrontare il caro libri, un problema che preoccupa da sempre sia genitori, sia studenti, che ogni anno si trovano a dover acquistare nuovo materiale didattico, il cui costo, ultimamente, è in continuo aumento.
Secondo il Ministro per combattere queste spese, che incombono perennemente sulle famiglie, si dovrà permettere di scaricare alcuni dei testi scolastici online e le successive integrazioni e aggiornamenti dei medesimi.
I testi, inoltre, dovranno rimanere validi per 5 anni nelle elementari e per 6 anni nelle scuole medie e superiori.
Questo programma, i cui particolari tecnici saranno resi noti nei prossimi mesi, sarà valido a partire dall'anno scolastico 2009-2010.
E il Ministro spiega che il tutto verrà effettuato non solo per rendere meno gravosa la scuola sulle famiglie, ma anche per rendere gli zaini meno pesanti e per permettere agli studenti di passare i propri libri ai fratelli o agli amici, evitando così il circolare di tante nuove edizioni, che spesso non aggiungono molto a livello di contenuto rispetto a quelle precedenti, ma portano soltanto in disuso libri che potrebbero essere riutilizzati.
In aggiunta le famiglie e le scuole potranno continuare a richiedere l'uso e il noleggio di testi scolastici, che alle elementari resteranno gratuiti.
Per gli studenti in difficoltà, che frequenteranno le medie e i primi due anni delle superiori, saranno previsti anche dei sostegni economici attraverso borse di studio.
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Il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini propone la sua soluzione per fermare l'aumento delle spese.
Il Ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha annunciato, in questi giorni, le misure ministeriali che verranno prese per affrontare il caro libri, un problema che preoccupa da sempre sia genitori, sia studenti, che ogni anno si trovano a dover acquistare nuovo materiale didattico, il cui costo, ultimamente, è in continuo aumento.
Secondo il Ministro per combattere queste spese, che incombono perennemente sulle famiglie, si dovrà permettere di scaricare alcuni dei testi scolastici online e le successive integrazioni e aggiornamenti dei medesimi.
I testi, inoltre, dovranno rimanere validi per 5 anni nelle elementari e per 6 anni nelle scuole medie e superiori.
Questo programma, i cui particolari tecnici saranno resi noti nei prossimi mesi, sarà valido a partire dall'anno scolastico 2009-2010.
E il Ministro spiega che il tutto verrà effettuato non solo per rendere meno gravosa la scuola sulle famiglie, ma anche per rendere gli zaini meno pesanti e per permettere agli studenti di passare i propri libri ai fratelli o agli amici, evitando così il circolare di tante nuove edizioni, che spesso non aggiungono molto a livello di contenuto rispetto a quelle precedenti, ma portano soltanto in disuso libri che potrebbero essere riutilizzati.
In aggiunta le famiglie e le scuole potranno continuare a richiedere l'uso e il noleggio di testi scolastici, che alle elementari resteranno gratuiti.
Per gli studenti in difficoltà, che frequenteranno le medie e i primi due anni delle superiori, saranno previsti anche dei sostegni economici attraverso borse di studio.
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venerdì 6 febbraio 2009
Eluana è persona viva? Napolitano si rifiuta di firmare il decreto legge
Napolitano dice di no al decreto legge del Governo.
Ed il destino di Eluana, la ragazza in coma vegetativo da 17 anni, è appeso ad un filo.
La vita di Eluana si è fermata il 18 gennaio del 1992, quando la ragazza, dopo aver subito un grave incidente nei pressi di Lecco, a soli 21 anni, è entrata in coma.
Ora, siamo nel 2009, ed Eluana, all'età di 38 anni, è ancora idratata e alimentata artificialmente attraverso un sondino nasogastrico.
Sì, respira autonomamente, quindi non è in coma profondo, ma il suo cervello purtroppo e secondo i referti medici è danneggiato irreversibilmente.
Il padre della giovane, Beppino Englaro, diventato tutore della figlia dal 1997, nel 1999 aveva già richiesto che l'alimentazione artificiale fosse interrotta, dichiarando che la figlia non avrebbe mai accettato di vivere in quelle condizioni, se fosse stata cosciente.
Tuttavia il suo desiderio di accompagnare Eluana verso la morte non fu mai accolto, fino a quando, dopo aver riesaminato il caso, la Corte d'appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione, che tiene Eluana ancora ancorata alla vita.
Da quel giorno e fino ad oggi il caso di Eluana Englaro ha acquisito sempre di più l'attenzione da parte dei media.
Sui giornali, sul web e tra la gente.
Molti si sono chiesti se è giusto condannare Eluana a morire di fame e di sete.
Numerose sono state le proteste, ma numerose anche le posizioni ferme della famiglia, di politici e di alcuni medici, che hanno dichiarato che Eluana era morta già 17 anni fa e che ora, con l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione, non avrebbe sofferto.
Noi della redazione di Italianotizie abbiamo intervistato qualche cittadino e anche lì abbiamo incontrato pareri discordanti.
C'è chi si dichiara contrario alla morte di Eluana e la percepisce come una "reintroduzione della pena di morte" su un singolo caso e c'è chi, invece, afferma che oramai per Eluana non c'è più niente da fare.
Stamattina alle 6 è iniziata la riduzione progressiva dell'alimentazione e dell'idratazione.
E qui è intervenuto il Governo Berlusconi che ha presentato un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri.
Un decreto legge creato appositamente per Eluana Englaro, in attesa di una legislazione che regolerà la questione in modo approfondito: la legge sul testamento biologico.
Secondo il Governo e secondo il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "Eluana è persona viva" e il governo doveva agire per tutelarne i diritti di vita.
Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, però si è rifiutato di controfirmare il decreto, dichiarandolo anticostituzionale.
Napolitano ha affermato che il Governo non può opporsi ad una decisione presa dalla Magistratura, poiché in base alla Costituzione i tre poteri dello stato, legislativo, esecutivo e giudiziario, devono essere indipendenti.
Berlusconi attraverso la sua affermazione "Non voglio sentirmi responsabile di omissione di soccorso" ha esplicitato il motivo fondamentale che l'ha portato ha emanare in sede di Governo un provvedimento a favore di Eluana.
Ora, alle 20.00, una riunione straordinaria ha permesso la realizzazione un disegno di legge, che sarà presentato al Parlamento la prossima settimana.
Contro la morte di Eluana si è schierata da sempre anche la Chiesa Cattolica, rappresentata dalle parole del Papa Benedetto XVI, che nei giorni scorsi è intervenuto più volte sull'argomento, ribadendo e sottolineando la sacralità della vita.
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Ed il destino di Eluana, la ragazza in coma vegetativo da 17 anni, è appeso ad un filo.
La vita di Eluana si è fermata il 18 gennaio del 1992, quando la ragazza, dopo aver subito un grave incidente nei pressi di Lecco, a soli 21 anni, è entrata in coma.
Ora, siamo nel 2009, ed Eluana, all'età di 38 anni, è ancora idratata e alimentata artificialmente attraverso un sondino nasogastrico.
Sì, respira autonomamente, quindi non è in coma profondo, ma il suo cervello purtroppo e secondo i referti medici è danneggiato irreversibilmente.
Il padre della giovane, Beppino Englaro, diventato tutore della figlia dal 1997, nel 1999 aveva già richiesto che l'alimentazione artificiale fosse interrotta, dichiarando che la figlia non avrebbe mai accettato di vivere in quelle condizioni, se fosse stata cosciente.
Tuttavia il suo desiderio di accompagnare Eluana verso la morte non fu mai accolto, fino a quando, dopo aver riesaminato il caso, la Corte d'appello di Milano, il 9 luglio 2008, ha autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione, che tiene Eluana ancora ancorata alla vita.
Da quel giorno e fino ad oggi il caso di Eluana Englaro ha acquisito sempre di più l'attenzione da parte dei media.
Sui giornali, sul web e tra la gente.
Molti si sono chiesti se è giusto condannare Eluana a morire di fame e di sete.
Numerose sono state le proteste, ma numerose anche le posizioni ferme della famiglia, di politici e di alcuni medici, che hanno dichiarato che Eluana era morta già 17 anni fa e che ora, con l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione, non avrebbe sofferto.
Noi della redazione di Italianotizie abbiamo intervistato qualche cittadino e anche lì abbiamo incontrato pareri discordanti.
C'è chi si dichiara contrario alla morte di Eluana e la percepisce come una "reintroduzione della pena di morte" su un singolo caso e c'è chi, invece, afferma che oramai per Eluana non c'è più niente da fare.
Stamattina alle 6 è iniziata la riduzione progressiva dell'alimentazione e dell'idratazione.
E qui è intervenuto il Governo Berlusconi che ha presentato un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri.
Un decreto legge creato appositamente per Eluana Englaro, in attesa di una legislazione che regolerà la questione in modo approfondito: la legge sul testamento biologico.
Secondo il Governo e secondo il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "Eluana è persona viva" e il governo doveva agire per tutelarne i diritti di vita.
Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, però si è rifiutato di controfirmare il decreto, dichiarandolo anticostituzionale.
Napolitano ha affermato che il Governo non può opporsi ad una decisione presa dalla Magistratura, poiché in base alla Costituzione i tre poteri dello stato, legislativo, esecutivo e giudiziario, devono essere indipendenti.
Berlusconi attraverso la sua affermazione "Non voglio sentirmi responsabile di omissione di soccorso" ha esplicitato il motivo fondamentale che l'ha portato ha emanare in sede di Governo un provvedimento a favore di Eluana.
Ora, alle 20.00, una riunione straordinaria ha permesso la realizzazione un disegno di legge, che sarà presentato al Parlamento la prossima settimana.
Contro la morte di Eluana si è schierata da sempre anche la Chiesa Cattolica, rappresentata dalle parole del Papa Benedetto XVI, che nei giorni scorsi è intervenuto più volte sull'argomento, ribadendo e sottolineando la sacralità della vita.
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Il Carnevale a Torino e provincia: a Ivrea la storica battaglia delle arance
Il Carnevale, la festa più amata per la sua capacità di capovolgere e stravolgere l'ordine consuetudinario delle cose, è arrivato anche in Piemonte, dove Ivrea si contraddistingue, come sempre, per le sue tradizioni, per i suoi rituali e per i suoi costumi.
È già arrivato anche a Torino e in provincia il Carnevale, la festa più amata dai grandi e dai piccini e ricordata non solo per i suoi dolci tipici, ossia le frappe, le castagnole e le frittelle, che arrivano a saziare anche i più golosi, ma anche per le sue maschere, i suoi carri e i grandi divertimenti che coinvolgono storicamente tutta la nostra penisola italiana.
La maschera che rappresenta Torino è Gianduia, una maschera di origini astigiane, che oltre a simboleggiare un contadino amante della cucina e del vino, molto allegro e ironico, ha dato anche il nome ai cioccolatini più famosi del capoluogo piemontese, i Gianduiotti, che venivano distribuiti proprio in occasione del Carnevale.
Quest'anno, come ogni anno, non mancheranno eventi, manifestazioni in maschera a Torino e dintorni, dove sfileranno carri allegorici, saranno allestiti mercatini e si potranno assaporare tutti i gusti del Carnevale.
Tuttavia, il Carnevale piemontese, conosciuto per la sua particolarità e unicità a livello nazionale e internazionale, rimarrà ad essere sempre quello di Ivrea, che ha origini antichissime e anima in questi giorni di festa la provincia di Torino, raggiungendo il suo apice con la sua famosa battaglia delle arance, simbolo di antichi ideali e valori libertari.
Il Carnevale di Ivrea, che è stato inaugurato come ogni anno il giorno dell'Epifania, il 6 gennaio, è davvero ricco di cerimoniali, che si basano sulla commistione di una tradizione seicentesca e ottocentesca e vengono svolti sempre negli stessi luoghi.
Il culmine della festa, come anticipato, raggiunto con la battaglia delle arance, riempierà la provincia torinese dei suoi profumi, quando gli aranceri, mostratesi già per le piazze e per le vie della città i giorni precedenti, inizieranno, secondo una divisione in squadre ufficialmente create, la loro spettacolare e abitudinaria lotta.
Quest'anno la lotta delle arance, che sarà seguita da sfilate di carri, bande e gruppi folcloristici, avrà luogo per le vie della città il 22 e il 23 febbraio a partire dal primo pomeriggio fino alle 17.00.
Il carnevale infine si concluderà il 24 febbraio con le sue premiazioni, il suo tradizionale falò, ossia l'abbruciamento dell'ultimo Scarlo in Borghetto, e con i suoi tradizionali saluti.
Si consiglia, a coloro vogliano partecipare alla tradizionale battaglia ad Ivrea, di munirsi di protezioni, per evitare incidenti spiacevoli, che danno un motivo in più per rendere questo carnevale gettonato dai media.
Carnevale di Ivrea: il sito
Italianotizie.it
È già arrivato anche a Torino e in provincia il Carnevale, la festa più amata dai grandi e dai piccini e ricordata non solo per i suoi dolci tipici, ossia le frappe, le castagnole e le frittelle, che arrivano a saziare anche i più golosi, ma anche per le sue maschere, i suoi carri e i grandi divertimenti che coinvolgono storicamente tutta la nostra penisola italiana.
La maschera che rappresenta Torino è Gianduia, una maschera di origini astigiane, che oltre a simboleggiare un contadino amante della cucina e del vino, molto allegro e ironico, ha dato anche il nome ai cioccolatini più famosi del capoluogo piemontese, i Gianduiotti, che venivano distribuiti proprio in occasione del Carnevale.
Quest'anno, come ogni anno, non mancheranno eventi, manifestazioni in maschera a Torino e dintorni, dove sfileranno carri allegorici, saranno allestiti mercatini e si potranno assaporare tutti i gusti del Carnevale.
Tuttavia, il Carnevale piemontese, conosciuto per la sua particolarità e unicità a livello nazionale e internazionale, rimarrà ad essere sempre quello di Ivrea, che ha origini antichissime e anima in questi giorni di festa la provincia di Torino, raggiungendo il suo apice con la sua famosa battaglia delle arance, simbolo di antichi ideali e valori libertari.
Il Carnevale di Ivrea, che è stato inaugurato come ogni anno il giorno dell'Epifania, il 6 gennaio, è davvero ricco di cerimoniali, che si basano sulla commistione di una tradizione seicentesca e ottocentesca e vengono svolti sempre negli stessi luoghi.
Il culmine della festa, come anticipato, raggiunto con la battaglia delle arance, riempierà la provincia torinese dei suoi profumi, quando gli aranceri, mostratesi già per le piazze e per le vie della città i giorni precedenti, inizieranno, secondo una divisione in squadre ufficialmente create, la loro spettacolare e abitudinaria lotta.
Quest'anno la lotta delle arance, che sarà seguita da sfilate di carri, bande e gruppi folcloristici, avrà luogo per le vie della città il 22 e il 23 febbraio a partire dal primo pomeriggio fino alle 17.00.
Il carnevale infine si concluderà il 24 febbraio con le sue premiazioni, il suo tradizionale falò, ossia l'abbruciamento dell'ultimo Scarlo in Borghetto, e con i suoi tradizionali saluti.
Si consiglia, a coloro vogliano partecipare alla tradizionale battaglia ad Ivrea, di munirsi di protezioni, per evitare incidenti spiacevoli, che danno un motivo in più per rendere questo carnevale gettonato dai media.
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