E’ iniziato ieri in Senato l’iter parlamentare per il disegno di legge presentato dal Governo per realizzare il principio della “ragionevole durata dei processi”, un principio richiesto da anni dal Consiglio D’Europa all’Italia, che da sempre si è distinta per la durata interminabile dei suoi procedimenti civili e penali.
Il ddl sul “processo breve” cerca perciò di accorciare i tempi di tutti i procedimenti per reati con pene non superiori ai 10 anni e per i soggetti incensurati, prevedendo la durata massima di 6 anni per ogni processo (non più di 2 anni per ciascun grado di giudizio), dopo i quali scatterà la prescrizione.
I processi che saranno sottoposti alla normativa sono molti, ma sono esclusi quelli riguardanti i reati di mafia, terrorismo, rapina e omicidio, che dovranno sempre essere seguiti con grande attenzione dal Pubblico Ministero.
Tuttavia sono partite lo stesso le polemiche da parte del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che vede il disegno di legge, presentato dal Governo, come un provvedimento legislativo ad personam, poiché i processi in cui è imputato il Premier Silvio Berlusconi, dal caso Mills al caso Mediaset e Mediatrade, potrebbero essere estinti.
Inoltre si è schierato contro il provvedimento anche il Csm, dichiarando che il disegno di legge avrà un impatto molto negativo sul sistema giudiziario poiché a causa della normativa potrebbero “finire nel nulla alcuni dei processi più importanti” e quindi di conseguenza potrebbe aumentare “il rischio di impunità.”
“Il 40 % dei procedimenti penali è a rischio, con possibili punte del 50% a Roma, Bologna e Napoli. Per quanto riguarda le cause civili, il pericolo può investire la metà dei processi, i due terzi nella sola capitale.”
Solo nella città di Torino sono 28 i procedimenti che potrebbero cadere in prescrizione, tra cui quello che riguarda l’Eternit, ossia il processo volto al risarcimento dei famigliari che hanno perso i propri cari morti sul luogo di lavoro per via dell’amianto.
Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha affermato anche lui la propria indignazione.
Il consigliere del Csm, Giuseppe Maria Berruti, ha spiegato che sicuramente quando la norma andrà in vigore “nessuno più ricorrerà ai riti alternativi” e che gli avvocati “legittimamente, punteranno alla prescrizione.”
Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ribadito invece che “il ddl è giusto per garantire tempi certi ai processi.”
Alla sua voce si aggiunge quella del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che rispondendo alle critiche dell’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha esplicitato che “l’obiettivo della riforma è condivisibile”, “la proposta di legge Gasparri-Quagliariello-Bricola è una proposta che mette al centro il cittadino, in quanto consente di fornire una risposta certa alla domanda di giustizia, cioè in un tempo breve si arriva ad una sentenza definitiva.”
“Gli ultimi numeri sui processi che andrebbero prescritti sono iperbolici e infondati.”
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