lunedì 6 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: sotto le macerie

Sofferenza, tristezza, paura.

Per ora il bilancio è di 96 vittime e 1500 feriti, ma niente di definitivo, perché sono ancora tantissime le persone che si trovano sotto le macerie, dopo la forte scossa di terremoto che ha colpito la città dell’Aquila e le zone limitrofe, questa notte e questa mattina, raggiungendo la magnitudo di 5,8 gradi della scala Richter.

Molte abitazioni sono crollate completamente e ora i soccorsi stanno ancora operando per salvare altre vite.
Il terremoto è stato avvertito in tutto il centro Italia e perfino a Napoli.
Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, ha dichiarato alla stampa che questa è "la catastrofe più grave del millennio."
Il Premier Silvio Berlusconi ha proclamato lo stato d’emergenza.

Gli sfollati sono tanti e saranno presto sistemati in alberghi o in strutture consone: una tendopoli con 2000 tende dovrebbe essere già pronta stasera.
I sopravvissuti raccontano le proprie testimonianze alla stampa e ai giornali rievocando nella loro mente i grandi momenti di panico e dolore che hanno provato e stanno provando per i loro famigliari, che sono ancora dispersi.
Un uomo ha esplicitato alla stampa che tutto ha iniziato a tremare... e che le finestre si sono rotte in frantumi.
La luce era andata via e non si poteva vedere niente.
Un altro ha affermato di essere saltato giù dal letto alle 3 di mattina, non appena ha sentito la scossa, e di aver detto ad alta voce: "tutti fuori."
Molti sono riusciti a scappare fuggendo per strada, in macchina ed in pigiama.
Una ragazzo di vent’anni è stato salvato dal suo cellulare: fortunatamente la sorella e il padre, preoccupati, difatti avevano deciso di chiamarlo. Questa telefonata ha permesso al giovane, con un filo di voce, di dare informazioni sulla propria persona e quindi di renderlo localizzabile dai soccorsi.
Un altro uomo, Maurizio Marino, che si trovava in un bed and breakfast di Fossa (Aquila), si è dichiarato alla stampa "miracolato" e ha aggiunto di aver pensato di morire e di aver pregato per i suoi famigliari.
Una donna invece è riuscita ad indirizzare i soccorsi urlando da sotto le macerie: "chi mi sente?"
Le ricerche continuano.
Molti sono davanti alle ruspe, in lacrime, sperando di ritrovare i propri compagni, amici, famigliari ancora vivi.

All’ospedale dell’Aquila regna il caos.
Manca l’acqua potabile e soltanto una sala operatoria è agibile.
I medici hanno effettuato i primi soccorsi all’aperto e i feriti più gravi sono stati trasferiti in elicottero.
"I ponti sono crollati e le strade sono bloccate."

Italianotizie.it

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