
Nonostante la cordata italiana avesse deciso di ritirare l'offerta, non ricevuto il consenso da parte delle sei sigle sindacali (Filt-Cgil, Anpac, Up, Anpav, Avia, Sd), è rinata da parte del Governo Berlusconi la speranza di nuovo un possibile accordo.
Il tutto perché la Cai, ossia la società fondata il 28 agosto 2008 su iniziativa di Banca Intesa Sanpaolo e dell'imprenditore Roberto Colaninno, non si è ancora sciolta.
Un passo avanti viene compiuto oggi pomeriggio dal presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli, che ha dichiarato, resosi conto dell'impossibilità di altre vie di fuga, di essere disponibile ad aderire all'accordo.
Ora si spera e si aspetta un sì anche da parte delle altre organizzazioni sindacali e la ripresentazione della proposta da parte della Cai.
La ripresentazione dell'offerta è indispensabile sia perché le compagnie aeree straniere non hanno dimostrato nessun interesse verso Alitalia, sia perché non può essere effettuata la rinazionalizzazione della compagnia.
A spiegare il perché dell'impossibilità di una rinazionalizzazione di Alitalia ci ha pensato il Ministro dell'economia, Giulio Tremonti, che ha esplicitato che questa azione è stata vietata direttamente dalla Commissione Europea.
In caso non si riesca a fare trattative Alitalia potrà operare ancora per i prossimi 10 giorni.
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