È vivace e piena di grinta la Veronica Aslinn di ‘It’s the Game’ (Edel). Di origini italiane, Veronica ha vissuto tra Vibo Valentia, Parma, Milano e New York, dove è stata vocalist per il gruppo Dark Angels e ha vinto un importante riconoscimento per le sue doti canore. Tornata in Italia, l’artista ha registrato il suo album d’esordio al Massive Arts Studios con il noto produttore Bruno Tavernese.
‘It’s the Game’, in uscita il 24 maggio, è un album molto orecchiabile e frizzante, modellato sullo stile e sulla singolare voce di Veronica.
La cantante di soli 23 anni ci ha raccontato di voler mettersi in gioco, presentando al pubblico se stessa e le sue sensazioni.
Tra pochi giorni uscirà il tuo primo album. Come vivi quest’emozione?
È davvero il mio primo album in assoluto. Ho sempre sognato, fin da bambina, di poter raggiungere un simile traguardo. Tutti i giorni non faccio altro che guardarlo, ascoltarlo e pensare a quanto lavoro e impegno ci ho messo. Questo disco è parte di me stessa.
‘It’s the Game’: come mai hai scelto questo titolo?
Per me la vita è un gioco. L’ho sempre immaginata come una grande scacchiera, dove noi siamo le pedine e ci muoviamo su di essa, pensando alle giuste mosse da fare senza sbagliare. ‘It’s the Game’ è il mio gioco: io sono la pedina e questo album è la mia mossa per vincere questa partita.
Che valore ha questo album per te?
‘It’s the Game’ è veramente parte di me stessa. Ogni canzone nasconde ogni mia caratteristica, il mio passato, il mio presente e quello che vorrei che fosse il mio futuro. Posso dire davvero che, per la prima volta, riesco ad esprimere tutto quello che ho dentro attraverso la musica. Sfrutto questo album per farmi conoscere veramente per ciò che sono, che sono stata e che sarò.
Cosa vuoi comunicare al pubblico?
Voglio colpirlo con quello che ho dentro. Tutte le canzoni trattano di temi, emozioni ed esperienze che tutti posso vivere o che hanno vissuto. Io voglio condividere con le persone questo tipo di emozioni. La felicità e la tristezza, l’amore e la rabbia, tutto.
Quanto tempo hai lavorato su questo progetto?
Su me stessa ci lavoro da una vita intera ma questo album è frutto di nove mesi di duro lavoro tra Milano e New York, insieme al mio produttore, arrangiatore e compositore Bruno Tavernese. A lui devo parte di tutta la mia felicità.
Quanto tempo hai dedicato per ogni singolo brano e da cosa nasce ogni tuo pezzo?
Non riesco a definire un periodo di tempo esatto. Alcuni sono stati dei brani davvero difficili e molto impegnativi, ma in quelli ho dato meglio di me. Mentre pensavo di cosa potesse parlare ogni singola canzone, mi sono venute in mente tutte le mie esperienze e quello che sentivo in quel periodo. Per la prima volta nella mia vita non ho avuto paura di tirare fuori quello che ho dentro.
A quale dimensione musicale ti avvicini di più: rock o pop?
Il bello di me e delle mie canzoni è che sono entrambe le cose. Sono aggressiva e grintosa come il rock ma sono anche gioiosa e giocherellona come il pop.
Come hai conosciuto il tuo produttore Bruno Tavernese? Che progetti avete insieme e quante ore al giorno lavorate in studio?
Tutto è capitato per caso all’interno di una sala prove dove mi trovavo a Milano. Purtroppo mi faccio sempre riconoscere per il mio modo di fare e a volte per il modo di vestire, e subito Bruno si è chiesto chi fosse quella ragazzina esuberante e pazzoide. Da lì è iniziato tutto il nostro lavoro. Insieme porteremo avanti questo progetto fino a quando entrambi raggiungeremo la meta. Ho subito intrapreso con lui un lavoro lungo un anno e mezzo ormai, anche attraverso le mie conoscenze a New York. Con Bruno passo ore e ore in studio; ci sono stati periodi che lavoravamo giornate intere. Non mi sono mai lamentata di tutto questo impegno. Anzi, lo rifarei subito.
In the sky now è uno dei brani contenuti in questo tuo nuovo lavoro, nonché il tuo primo singolo, registrato a New York: cosa esprime questa canzone per te?
In the sky now è un pezzo un po’ particolare. Delirante nel testo ma allo stesso tempo anche pieno di emotività. È stato il mio primo approccio con il pubblico. In esso è mostrato solo il 10% di me stessa. Per questo ho deciso, poi, di creare un album per far vedere al pubblico di che pasta sono fatta.
Cosa ti aspetti dall’uscita del disco e cosa desideri per il tuo futuro?
Ho moltissime aspettative, per esempio un tour internazionale anche negli States, perché adoro la vita in tournée. Adoro poter cantare e suonare dal vivo e non aspetto altro. Il mio più grande desiderio è di sentirmi realizzata un giorno e di poter vivere fino in fondo il mio sogno.
Articolo su: Newsmag.it
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