venerdì 18 febbraio 2011

Raphael Gualazzi: “Il jazz si merita la dimensione della popolarità”

Abbiamo incontrato Raphael Gualazzi, che presenta a Sanremo Follia d’amore, un brano in stile jazz che ha colpito il pubblico e sta ottenendo molto successo in radio. Raphael ha studiato musica classica al conservatorio, ma poi ha esteso la sua ricerca musicale nel campo del jazz, del blues e della fusion. Nel 2009, dopo essersi esibito in importanti Festival e nel Vermont, ha firmato un contratto discografico con Sugar.

Quali sono i brani che ti rappresentano e qual è il genere musicale che preferisci?
Ci sono brani diversi ma il mio genere preferito è lo straight piano, uno stile pianistico che si è sviluppato in America. Il mio jazz nasce da una mia personalizzazione e contaminazione.

Cos’è per te la musica?
La musica è tante cose: una grande passione, un amore, un lavoro e una medicina. La maggior parte del tempo lo passo davanti al pianoforte a comporre e a studiare, poiché ritengo che ci sia ancora tanto da imparare e da conoscere.

Pensi che il jazz sia un genere di nicchia?
Il jazz può essere considerato un genere di nicchia, ma secondo me la musica jazz è bellissima: esprime libertà e improvvisazione e si merita la dimensione della popolarità.

Da dove nasce la tua passione per il jazz?
La mia passione per il jazz nasce da tanti input e dal mio percorso di studi, iniziato al Conservatorio Rossini di Pesaro, dove sono stato avviato all’apprendimento degli autori classici. Inoltre, un mio amico mi ha passato un manuale che conteneva biografie di musicisti blues, jazz e soul e da quel momento ho iniziato ad interessarmi a questi generi.

Pensi che il rapporto con la tua casa discografica possa limitare la tua creatività artistica?
Posso dire con certezza che sono molto contento di lavorare con Sugar e Caterina Caselli, poiché hanno lasciato libera la mia espressione musicale. Non credo che un rapporto discografico possa bloccare delle potenzialità espressive. E’ compito dell’editore creare ricchezza intorno all’opera dell’autore, senza mai soffocarla. La musica è collaborazione e scambio, per un discorso qualitativo e di consistenza.

Se avessi potuto reinterpretare il tuo brano con un cantante dei Big, chi avresti scelto?
Non saprei chi avrei scelto: le combinazioni possono essere tante e il brano potrebbe prendere vesti diverse.

Quali sono i tuoi autori classici preferiti?
Per quanto riguarda la musica classica ci sono degli autori che mi piace suonare e altri ascoltare. Mi piace suonare Domenico Scarlatti e Chopin.

Articolo: NewsMag.it

Serena Abrami: “Non vedo l’ora di ricantare stasera”

Abbiamo intervistato Serena Abrami, un’interprete e cantautrice marchigiana, nonché una delle finaliste nella categoria Sanremo Giovani 2011. La cantante si affaccia al mondo della musica precocemente, infatti all’età di dieci anni vince il suo primo concorso canoro e a quattordici entra nella corale polifonica Franco Raffaelli tra le voci soliste. Nota al pubblico per la sua partecipazione alla seconda edizione di ‘X-Factor’, Serena ha collaborato con Niccolò Fabi e al Festival sta presentando proprio una canzone che il cantautore romano ha scritto per lei, ‘Lontano da tutto’.

Che emozione hai provato sul palco dell’Ariston?
E’ un’emozione fortissima che non so descrivere. Non ho mai provato una cosa così, nonostante abbia fatto tanti live e abbia cantato su palchi più grandi. Eppure l’Ariston, secondo me, ha un peso culturale diverso, perché appartiene alla storia degli italiani. Io credo sia magico. Non vedo l’ora di ricantare il brano stasera.

In conferenza stampa, ci hai parlato del tuo abito. L’hai scelto tu? Com’è stato indossarlo?
L’ho scelto io insieme alle ragazze della casa discografica. Sono molto felice di averlo indossato perché mi sentivo molto a mio agio e secondo me è un abito bellissimo.

La tua canzone è la più gettonata dalle radio. Cosa ne pensi?
Sono felice, anche se non vuol dire nulla essere prima in Air 1 Radio ai fini della classica finale. Nonostante tutto, è una grandissima soddisfazione, perché il brano deve girare. Spero che più radio possibili sposino questo progetto e comincino a suonarlo.

Che cosa ci puoi dire del brano Lontano da tutto?
E’ un pezzo molto coinvolgente, che mi emoziona quando lo canto, quindi mi sento molto credibile. Di conseguenza, pensavamo che potesse arrivare alle persone facilmente.

Come hai conosciuto Niccolò Fabi?
L’ho conosciuto nell’estate del 2009, perché sono andata a un suo concerto. Attraverso il mio manager Michele Giardina gli ho fatto ascoltare delle mie canzoni, che lui ha apprezzato molto. Ivano Fossati ha pensato, poi, di coinvolgerlo nella scrittura di un brano e Niccolò ha accettato con entusiasmo. Io sono molto onorata di portare un suo brano, perché credo che sia uno degli artisti più interessanti degli ultimi 15 anni.

Cos’hai in programma dopo il Festival?
Il mio progetto post-Festival è quello della promozione dell’album. Inoltre, fare live è la dimensione che mi appartiene di più, quindi non vedo l’ora.

Articolo: Newsmag.it

BTwins, due gemelli al Festival di Sanremo

Abbiamo intervistato Giuseppe dei Btwins. Fratelli gemelli, si sono esibiti ieri sera sul palco dell’Ariston con il brano Mi rubi l’amore di Saverio Grandi e Cesare Chiodo, autori che hanno già seguito artisti di successo come Vasco Rossi e Laura Pausini. I due cantanti sono entrati di diritto nel Festival, dopo aver superato la selezione a ‘Domenica In’.

Cosa significa essere al Festival di Sanremo?
Per noi è un’occasione molto importante perché potremo farci conoscere meglio dalla gente. La trafila di ‘Domenica In’ non è stata molto leggera: ci siamo divertiti comunque.

Avete instaurato un buon rapporto con i ragazzi con cui avete condiviso questa esperienza?
Ci siamo conosciuti tutti quanti prima a livello professionale, perché i pezzi li abbiamo potuti ascoltare in un primo tempo attraverso le radio, e poi anche a livello personale: ho legato con tutti, quindi mi dispiace quando qualcuno esce come nel caso dei tre esclusi a ‘Domenica In’.

Quali sono le vostre aspettative post-Festival?
Parlo a nome mio e di Eraldo: adesso uscirà il nostro album omonimo, che conterrà sei brani più la versione inglese di Brilli, nonché il videoclip di Mi rubi l’amore. Speriamo di organizzare tante serate e concerti live, perché cantare dal vivo ci piace molto.

Articolo e video intervista: NewsMag.it

Micaela, la mascotte del Festival di Sanremo

Abbiamo intervistato la mascotte del Festival Micaela Foti, una ragazza di 17 anni che canterà stasera sul palco dell’Ariston Fuoco e Cenere, brano scritto e composto da Luciano Nigro, Franco Muggeo e Luca Venturi. La cantante è già nota al pubblico televisivo, avendo partecipato alla seconda edizione di ‘Ti lascio una canzone’ nel 2009.

Ti senti a tuo agio qui a Sanremo? Cosa significa per te essere al Festival?
E’ una grande emozione, nonché un grande traguardo essere qui. Mi trovo a mio agio. Sono stata soprannominata ‘la mascotte del Festival’: spero di portarmi fortuna da sola e di portarne anche agli altri.

Quali artisti rappresentano un punto di riferimento per te?
Per quanto riguarda la musica internazionale, prediligo Alicia Keys, Mariah Carey, Celine Dion, Donna Summer e Barbra Streisand. Invece, i miei artisti italiani preferiti sono Mina, Jenny B., Mino Reitano e Mia Martini.

C’è un brano che preferisci in particolare?
Il brano che preferisco è Non finisce mica il cielo di Mia Martini, poiché ritengo sia un pensiero positivo alla vita.

Cosa pensi della sfida di stasera?
Credo che stasera sia più dura, facciamo tutti e quattro un genere pop melodico.

Secondo te è necessaria una formazione complessa, come quella che hai avuto tu, per sfondare nel mondo della musica?
Io credo che lo studio sia importantissimo per incominciare una carriera artistica di qualsiasi genere. Studio dall’età di 11 anni canto moderno, dizione e arte drammatica. Molti ragazzi cercano di introdursi non preparandosi e trovo che questo sia sbagliato.

Pensi sia giusto che, attraverso il televoto, un giovane talento debba essere escluso dopo la sua prima esibizione sul palco dell’Ariston?
Io penso che sarebbe meglio che ogni artista fosse in gara fino all’ultimo e che ci fosse una classifica finale. E’ più giusto rispetto all’eliminazione. Comunque qualsiasi cosa succeda continuerò a lavorare e fare musica.

Articolo: NewsMag.it

Marco Menichini, al Festival di Sanremo per realizzare un sogno

Abbiamo intervistato Marco Menichini, un giovane ragazzo della provincia di Latina che si esibirà durante questa 61esima edizione del Festival di Sanremo con la canzone Tra tegole e cielo. Bambino prodigio, a soli dieci anni inizia ad incidere le sue prime canzoni. Poi, cresciuto con la musica, inizia a studiare canto, ballo e recitazione con Etta Lomasto e partecipa a diversi musical. Attualmente, suona in vari locali con il gruppo Accadde Domani e continua a dedicarsi ai musical e alle sue passioni artistiche. Domenica 30 gennaio 2011, a ‘Domenica In’, Marco Menichini supera ogni selezione ed entra di diritto in gara al Festival di Sanremo.

Cosa significa per te essere al Festival di Sanremo? Cosa ti aspetti?
È una grande emozione e spero di coinvolgere più persone possibili nel mio mondo. Io canto per la gente e per comunicare. Secondo me, Sanremo è un’ottima vetrina, un modo per arrivare alle persone in maniera più veloce e più diretta: io lo seguo da quando ero piccolo e per me è un sogno essere qui. Da spettatore sono diventato parte del Festival e sono entrato nei suoi meccanismi più intimi.

Dal 2009 hai iniziato a suonare in vari locali come front-man del gruppo “Accadde Domani”, con cui ancora ti esibisci. Ma come mai, invece, partecipi singolarmente al Festival?
Partecipo singolarmente al Festival, poiché in realtà Accadde domani è un gruppo a sé io mi sono aggiunto dopo: sono entrato a far parte della band come vocalist. Con Accadde Domani affrontiamo diversi generi, delle cover, non dei pezzi nostri, perciò il progetto mio era a parte rispetto a quello del gruppo: era inevitabile che andassi al Festival come solista.

Perché hai scelto di presentarti al Festival con il brano inedito di Maurizio Galli, Tra tegole e cielo?
Tra tegole e cielo è un esperimento: mi è stato donato e successivamente l’ho provinato. Purtroppo la versione che si ascolta in radio è una demo, poiché era la seconda volta che la cantavo e quindi è molto grezza. Per l’album abbiamo cambiato un po’ l’arrangiamento, abbiamo rifatto la linea vocale e alcune accortezze che prima non c’erano. Adesso Tra tegole e cielo è diventata un po’ più rock, meno canzone tradizionale italiana.

Che messaggio vorresti trasmettere con la tua canzone alle persone che ti ascoltano?
Il messaggio di Tra tegole e cielo è semplicemente che da una tensione a livello familiare o comunque da un brutto accadimento si può nascere più forti e consapevoli di prima. Il mio motto è “Le cose belle ci rendono felici, quelle brutte ci fortificano”, quindi in realtà non c’è mai nulla che ci abbatte.

Quali sono i tuoi obiettivi post-Festival?
Mettere su dei bei concerti, poiché io ho fatto parecchio spettacolo con una scuola di musical di Latina. Ritengo che il momento live sia il più bello ed interessante: c’è il contatto con il pubblico ed è lì che ti rendi conto quanto le persone recepiscono il messaggio che tu lanci tramite le tue canzoni e il modo in cui le emozioni.

Articolo e video intervista: NewsMag.it

Polemica televoto. La Rai risponde all’Antitrust

Durante la seconda conferenza stampa del Festival di Sanremo, gli organizzatori hanno dichiarato che il televoto potrebbe essere manipolabile, tuttavia ci saranno controlli, che permetteranno di individuare i comportamenti illeciti. “La modalità utilizzabile per individuare scorrettezze è un procedimento a ritroso – ha spiegato il direttore di Rai Trade Carlo Nardello – Le votazioni provenienti da call center non possono essere impedite dalla Rai: solo gli operatori telefonici, infatti, possono escludere queste utenze. Ci saranno però controlli approfonditi sulle celle”.

La questione televoto è stata sollevata dall’Antitrust, che ha imposto una sanzione di 50mila euro e l’obbligo immediato per la Rai di spiegare ai telespettatori che non esistono al momento strumenti per bloccare eventuali abusi. Il direttore di Rai Uno Mauro Mazza, invece, confida nell’etica professionale degli artisti che, in caso commettessero illeciti a riguardo, perderebbero la propria credibilità agli occhi del pubblico.

Articolo: NewsMag.it

giovedì 10 febbraio 2011

Domenico Nesci torna con un programma su Deejay Tv

‘Living in America’: è questa la nuova trasmissione che Domenico Nesci, ex naufrago dell’Isola dei famosi, presenterà stasera alle 21.00 su Deejay Tv. Il programma racconta le vicissitudini di Domenico e della sua compagna Kaylee, una texana di Austin, alle prese con l’arrivo della loro figlia Sofia.

Nesci si preoccupa e si domanda sul tipo di società, in cui la bambina si troverà a vivere e perciò decide, per riscoprire i valori, gli ostacoli e le aspettative della nuova America, di compiere un lungo viaggio, attraversando otto Stati.

Nella prima puntata, in onda questa sera, Domenico si troverà ad Albany, dove incontrerà l’ex carcerato, Kaumonte Mauzon, che attualmente ha cambiato vita e ha aperto una bottega di barbiere; poi parlerà con un ex fotografa pin up, Lorraine Murphy, che ha scoperto la sua passione per la pasticceria e ora gestisce tre negozi di cup cakes. Infine, incontrerà anche il suo amico, nonché manager musicale, Dane, che gli presenterà il suo nuovo allievo, Label, con cui decidono di incidere una canzone ispirata al suo viaggio. L’ultimo incontro della puntata, coinvolge John Sperr, un ingegnere sessantunenne, che, colpito dalla crisi, non demorde e continua, nonostante tutto, a dedicarsi alla sua attività preferita: navigare a vela sui ghiacci.

Il viaggio proseguirà nelle prossime puntate verso New York, Myrtle Beach, Pittsburgh, Philadelphia, Lancaster, New Orleans, Austin e Rosweel.

Articolo su: NewsMag.it

mercoledì 9 febbraio 2011

Professione Wedding Planner

Vuoi organizzare il tuo matrimonio?
Rivolgiti ad un Wedding Planner, una nuova figura professionale, che sta prendendo piede anche in Italia.
Per saperne di più, prosegui a leggere la nostra intervista doppia.

Un matrimonio da favola: un sogno?
No, oggi è una bellissima realtà e persino alla portata di tutti, grazie alla presenza anche sulla nostra penisola di nuovi professionisti, che sono in grado di organizzare un matrimonio dalla A alla Z, in splendide location e a prezzi vantaggiosi.

Ecco un’intervista doppia a due esperte del settore: Elisabetta Gaeta e Maria Luisa Serra.

1) Come mai hai scelto di intraprendere questo business?
Elisabetta: “Mi occupo di organizzazione di eventi dal 2003. Pian piano dal settore pubblico ho iniziato a spaziare anche in quello privato: un consiglio ad un’amica, un allestimento… la passione si è trasformata in lavoro.”
Maria Luisa: “Sono venuta a conoscenza della professione tramite siti e riviste americane e… me ne sono innamorata! Ho pensato, inoltre, che poteva essere un buon modo per mettere a frutto i miei studi di comunicazione e la passione per le cose belle!”

2) Ti ricordi com’è stato organizzare il tuo primo matrimonio?
Elisabetta: “Ero più emozionata io degli sposi…”
Maria Luisa: “Certo che mi ricordo, è stata un’emozione enorme, una prova molto dura da superare e la più grande soddisfazione! Mi ha portato molta fortuna!”

3) Di solito, chi si rivolge ad un wedding planner?
Elisabetta: “In genere chi si rivolge a me non ha tempo per seguire i preparativi. Ha parenti lontani che non possono supportarne le scelte; ha impegni di lavoro; punta ad un evento esclusivo e personalizzato.”
Maria Luisa: “Gli sposi che si affidano a me cercano qualcuno che gli allevi il peso e lo stress dell’organizzazione del matrimonio, ma cercano anche originalità, allestimenti preziosi, dettagli curati!”

4) Quali sono le location preferite dai tuoi clienti?
Elisabetta: “Molte coppie sono convenzionali: preferiscono rivolgersi a ristoranti per il banchetto o noleggiare un servizio banqueting, se si ha la possibilità di affittare ville o castelli in zona.”
Maria Luisa: “Gli sposi che decidono di sposarsi in Sardegna scelgono il mare: abbiamo la fortuna di poter allestire il ricevimento di nozze in spiaggia o in ville storiche che si affacciano sul mare… E’ senza dubbio questa la scelta più ambita.”

5) Perché bisognerebbe rivolgersi a voi?
Elisabetta: “Perché la qualità dei servizi, che offriamo, non va sempre di pari passo al prezzo: organizzare un matrimonio dalla A alla Z non vuol dire necessariamente spendere in modo esagerato, ma avere la possibilità di risparmiare e di non stressarsi con i preparativi.”
Maria Luisa: “Perché se si ha chiaro il budget che si vuole ‘investire’ nel matrimonio, possiamo realizzare qualcosa di bellissimo senza far spendere agli sposi un cent in più. Ma facendogli risparmiare un sacco di tempo, fatica e stress! E poi perché non c’è bisogno di andare ai Caraibi per un matrimonio sul mare meraviglioso!”

6) Come deve essere un wedding planner?
Elisabetta: “Un wedding planner deve avere una buona propensione alla comunicazione, all’ascolto, deve essere paziente… deve possedere capacità, che non ti insegnano in un corso. Deve guidare ogni coppia, senza imporre il proprio gusto e le proprie idee: è un consulente, che ti guida e aiuta in ogni scelta importante.”
Maria Luisa: “La wedding planner dev’essere una persona pacata e sensibile nel rapporto con gli sposi. Ma anche decisa e decisionista, nel momento in cui dovrà far fronte agli imprevisti che il giorno delle nozze, immancabilmente, si presenteranno! Poi, la passione per le cose belle e la conoscenza delle regole del bon ton e tanta fantasia completano il profilo!”

7) E tu… faresti organizzare il tuo matrimonio da un wedding planner?
Elisabetta: “Certo, potrebbe essere Maria Luisa a farlo.”
Maria Luisa: “Sì, senza ombra di dubbio. Lo sceglierei in base ai miei gusti, e al feeling che si va a creare durante il primo incontro, e mi accerterei che la sua sia un’agenzia affidabile, come ad esempio l’agenzia di Elisabetta. Poi, mi metterei completamente nelle sue mani!”

Articolo: Italianotizie.it