Adrian Blanchard e Fabrizio Ricciardelli, artisti fiorentini ma con il cuore musicale che batte anglosassone, sono alle prese con il loro secondo album, ‘Love Be Here’, che uscirà presumibilmente nella tarda primavera del 2011. Il disco conterrà dodici canzoni dallo stile inconfondibilmente britpop, anzi meglio definibile con il termine di ‘Britalian’, e spazierà attraverso vari generi musicali: dal reggae al raga, dal tango al vaudeville, dal reel al country e western.
Leonardo Martera (batteria), Lorenzo Piscopo e Fabrizio Consoli (chitarra), Andrea Cozzani (basso), Marco Baroni (tastiere), insieme a Adrian Blanchard e Fabrizio Ricciardelli lavorano al progetto sotto l’etichetta discografica Rai Trade. Gli arrangiamenti per archi sono di Lorenzo Piscopo e Leonardo Ghiglia e la produzione dello stesso Piscopo. Newsmag.it, in vista della pubblicazione del nuovo album, ha colto l’occasione per intervistare il duo fiorentino.
Quando è nata la vostra passione per la musica e quando il vostro duo?
Il nostro duo nasce grazie alle capacità intuitive di Leonardo Beglieri, l’amico comune fotografo senza il quale non esisteremmo: è lui, infatti, che scatta le nostre meravigliose foto e gira i nostri videoclip. Leonardo sapeva della nostra comune passione per la musica e una sera ci fece incontrare. Era la fine degli anni Novanta e in un’estate fiorentina ci ritrovammo a suonare le canzoni della nostra vita, quelle che ti restano appiccicate addosso, quelle che non scordi mai. Ci accorgemmo che sentivamo e suonavamo le stesse cose, o meglio che le canzoni che amavamo erano le stesse che avevano percorso le nostre vite distanti, una in Inghilterra a Leeds e l’altra in Italia a Firenze. Capimmo che le nostre passioni potevano essere naturalmente tradotte in musica. E così è stato.
C’è stata un’esperienza caratterizzante che vi ha fatto decidere di lavorare insieme?
Era l’estate del 2003 e avevamo un concerto in duo acustico in Piazza Santo Spirito a Firenze. Suonavamo cover dei Beatles. L’atmosfera era straordinaria e la facciata della chiesa, magistralmente progettata dal Brunelleschi, rendeva tutto più facile. All’inizio del concerto c’erano ad ascoltarci un pugno di persone: alla fine della serata la piazza era gremita e non ci facevano più smettere di suonare. L’amalgama delle nostre due voci si era perfezionata e cominciava a trasmettere emozioni. Da lì dovevamo andare avanti e la scelta di cominciare a scrivere canzoni originali è stata immediata. L’inverno successivo avevamo scritto le 10 canzoni che avrebbero composto ‘London Bound’, il nostro album di esordio, pubblicato su iTunes da Rai Trade nell’aprile del 2010.
In che circostanze è nato il vostro ultimo album?
Il nostro ultimo album, ‘Love Be Here’, nasce grazie a Rai Trade e soprattutto a Dino Piretti e a Mauro Buttinelli, che ci hanno dato lo stimolo per scrivere nuove canzoni. Quando infatti, per merito di Angelica Dalgas e Alba Calia, ci siamo ritrovati a Roma per definire il contratto per ‘London Bound’, sono stati Dino e Mauro a chiederci se avevamo materiale nuovo da pubblicare a ruota. Mentre registravamo ‘Love Be Here’ dovevamo ancora concludere la promozione di ‘London Bound’. Per concludere il primo capitolo musicale della nostra vita la figura cruciale è stata ancora una volta Leonardo Beglieri: ci ha proposto di girare il video di London Bound e quello di Take Care Where You Land, che sono stati pubblicati su You Tube. Sono i nostri primi due singoli.
Il tema principale del vostro album, come si evince dal titolo, è l’amore…
Il titolo dell’album in origine era ‘Bound’, una parola ambigua che significa ‘legato assieme’ o ‘destinato a’, due qualità irrevocabili dell’amore sia che tu sia innamorato o meno. London è stata aggiunta come reazione spontanea all’elezione a Presidente di Silvio Berlusconi (“destinazione Londra”). Questo ha donato una caratteristica curiosa a una canzone che parla della voglia di non abbandonare la città dove vive la donna che si ama, mentre allo stesso tempo si ha la voglia di tornare in segno di protesta.
Che messaggio volete trasmettere a chi vi segue?
Utilizzando le parole della nostra musa, “La vita è troppo breve e non c’è tempo per affannarsi e litigare, amico mio”.
Dove sono stati registrati i vostri dischi?
‘London Bound’ è stato registrato al Bass Recording Studio di Bagno a Ripoli, vicino a Firenze. Le voci sono invece state registrate da Lorenzo Piscopo nell’home studio di Andrea Mariotti in Piazza Signoria. A questo primo disco hanno partecipato Leonardo Martera alla batteria, Andrea Cozzani al basso, Marco Baroni alle tastiere e Lorenzo Piscopo e Fabrizio Consoli alle chitarre. La produzione musicale è stata interamente affidata a Lorenzo Piscopo. Il prossimo disco, ‘Love Be Here’, è stato invece interamente registrato e prodotto da Lorenzo Piscopo nel suo studio di Settignano, nella campagna fiorentina.
State lavorando ad altri brani o per ora volete godervi questo traguardo?
Il nostro è un flusso compositivo continuo. Le nostre vite, quella di architetto e di professore di storia del rinascimento, sono da sempre legate, e adesso lo sono ancora di più, alla musica. Sono soprattutto legate alla composizione di canzoni. Lavoriamo sempre a quattro mani seguendo un equilibrio, basato sul rispetto reciproco, ormai consolidato. Siamo l’uno il produttore artistico dell’altro. Quando l’uno porta un’idea, l’altro la raffina perfezionandola. Nascono grazie a una grande complicità tra di noi. Il nostro principale obiettivo è quello di scrivere belle canzoni. Ecco perché già in questo momento, prima che esca il nostro secondo disco, stiamo già scrivendo le canzoni per il nostro terzo disco, che, sospetto, sarà ancora più bello del primo e del secondo. In fondo, il nostro obiettivo, quando abbiamo iniziato, non era quello di mettere le nostre facce sui nostri pezzi: è stata Rai Trade a decidere di pubblicare le nostre canzoni con le nostre facce. Noi volevamo soltanto scrivere canzoni per altri.
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