lunedì 16 giugno 2008

L'emendamento blocca-processi

"I Senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al decreto sicurezza un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale."
"si statuisce la assoluta necessità – quindi – di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.": Silvio Berlusconi.

"Si darà la priorità ai processi più urgenti e di particolare allarme sociale" se l’emendamento blocca-processi previsto dal Governo Berlusconi diventerà legge.
Secondo quanto stabilito dall’emendamento, presentato dai relatori Filippo Berselli e Carlo Vizzini, infatti, saranno sospesi per un anno tutti i processi per reati non gravi, commessi fino al 30 giugno 2002, "che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado", per favorire l’analisi di casi considerabili più importanti e che "destano particolare allarme sociale".

I Tribunali italiani, quindi, in base a quanto è stato stabilito dal Governo, dovranno affrontare, in questi anni, i reati più gravi come quelli relativi agli incidenti sul lavoro, quelli punibili con l’ergastolo o con condanne superiori a 10 anni: omicidio volontario, criminalità organizzata, tratta di schiavi, terrorismo, sequestro a scopo di estorsione.

Reagisce l’opposizione:
Lanfranco Tenaglia ha dichiarato che "l’emendamento presentato al Senato dai relatori del decreto sicurezza è l’ennesima norma ad personam che prevede una sospensione generalizzata di tutti i processi, cominciando da quelli che vedono imputato il premier".
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha reso noto che spera che il governo ritiri questo provvedimento, "per non rompere quel clima di collaborazione istituzionale che si è ben avviato fra maggioranza e opposizione".
Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha annunciato che ci sarà da parte della sua coalizione "un’opposizione dura e senza sconti dentro e fuori il Parlamento".

Berlusconi risponde alle critiche, scrivendo una lettera al Presidente del Senato, Renato Schifani, in cui afferma che l’opposizione non accetterà mai l’applicazione di questo emendamento soltanto perché "si applicherebbe anche ad un processo" nel quale lo stesso Berlusconi è stato "ingiustamente e incredibilmente coinvolto".

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